Napoli, 21 ottobre 2011 – Un vero e proprio ultimatum per l’emergenza rifiuti. E’ quello lanciato dal commissario alle discariche Annunziato Verdè, che dà il suo out out: o saranno aperte le discariche o lascerà l’incarico. La questione riguarda il piano per evitare la maxi sanzione dell’unione europea, spada di Damocle sull’intero paese. Qualora l’Europa dovesse infatti passare dalla minacce ai fatti, il prezzo da pagare sarebbe altissimo: 625 mila euro al giorno. Per adesso le soluzioni sono a un punto morto. Da un lato Verdè chiede più poteri per aprire le sei discariche da lui individuate a Marano, Pozzuoli, Chiaiano, Giugliano, Comiziano e Sant’Anastasia. il lascia passare non è arrivato e il commissario chiede di ripristinare il decreto 94 del 2011, oggi decaduto, che gli consentiva di aprire i siti anche senza l’ok di primi cittadini. Sul fronte istituzionale Verdè chiede alla provincia di assumere una posizione, e in pratica, schierarsi dalla sua parte. L’ente di Palazzo Matteotti prende tempo e annuncia un piano alternativo di cui si dovrebbe parlare oggi in un incontro tra il Presidente della Provincia Luigi Cesaro e Verdè. In concreto si punterebbe all’apertura di sette cave dismesse dove sversare materiale stabilizzato. Al momento, però, l’accordo è solo con i sindaci del Nolano. Dall’Europa il pressing è sulla richiesta di un piano dettagliato regionale, in cui far confluire quelli provinciali. Alle problematiche burocratiche si aggiungono infine quelle ambientali: per legge, infatti, le discariche dovrebbero essere realizzate solo in siti che hanno una barriera naturale eventualmente completabile con una artificiale. Nel piano inviato a Bruxelles le aree della Provincia di Napoli sono in questo senso limitate, più compatibili sono quelle delle altre province campane. In un quadro così complesso, l’Europa ci sta col fiato sul collo e la data ultima impostaci si avvicina: se entro il prossimo 26 di novembre non sarà varato un piano valido, scatterà la multa e non ci sarà più nessuna possibilità di deroghe.
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