Napoli, 6 ottobre 2011 – Non fecero nulla per evitare che i rifiuti si accumulassero lungo le strade della città. Incuranti, soprattutto, per gli effetti che la stagnazione del pattume sulla salute dei cittadini. E allora a giudizio. I pm della Procura di Napoli ne vogliono alla sbarra in venti. Tra questi, riecco spiccare due nomi su tutti. L’ex governatore della Campania, Antonio Bassolino, e l’ex sindaco partenopeo, Rosa Iervolino. A cui si aggiunga un altro ex: l’allora numero uno della Prefettura di Napoli, Alessandro Pansa. Tre nomi di un elenco di venti, tra amministratori, commissari e pubblici funzionari. Per tutti l’accusa di epidemia colposa. I fatti contestati si riferiscono all’emergenza spazzatura esplosa nel periodo a cavallo tra il 2007 e il 2008. Una richiesta formalizzata ieri dal pm Francesco Curcio nel corso dell’udienza preliminare che si sta svolgendo davanti al gup Paola Piccirillo. Dopo la discussione dei legali dell’ex prefetto Pansa, l’udienza è stata aggiornata al 24 ottobre. L’accusa si basa su una relazione della professoressa Maria Triassi, docente di Igiene all’Università Federico II, e sui dati della vendita dei farmaci nel periodo di quell’emergenza, una delle tante vissute dagli abitanti della Campania negli ultimi anni. I periti della procura hanno infatti rilevato che, nei Comuni in cui i rifiuti rimanevano in strada per giorni interi, il consumo di medicinali per la cura di disturbi respiratori e cutanei era molto superiore rispetto ai centri in cui l’immondizia veniva ritirata regolarmente; un esempio lampante, secondo il pm, viene dal raffronto tra la situazione di Napoli, dove la crisi era particolarmente acuta, e quella di Salerno, città con caratteristiche urbanistiche simili ma che è sempre rimasta fuori dall’emergenza. Sempre ieri c’è stata l’udienza dell’altro processo sui rifiuti, quello per la truffa e la gestione illecita contestata a 28 imputati. Tra questi, riecco il nome di Antonio Bassolino.
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