Napoli, 31 ottobre 2011 – L’uno potrebbe lasciare il carcere, ma non a breve, e continuare a consumare la sua reclusione tra le mura di casa. L’altro, già detenuto ai domiciliari, è a tutti gli effetti un uomo libero. Storia di sue presunti massoni. Uomini ritenuti in organico alla loggia, presunta anche questa, che chi indaga ha battezzato P4. Sono Luigi Bisignani, posizione sociale uomo d’affari, e Alfonso Papa, parlamentare in quota popolo della Libertà. Il primo, Bisignani, se ne torna in libertà dopo che il gip di Napoli ha revocato gli arresti domiciliari. Una svolta dopo la richiesta di patteggiamento depositata dai difensori dell’affarista nella giornata di venerdì. Richiesta che aveva già incontrato il parere positivo dei pm Curcio, Woodcock e Piscitelli. Bisignani uscirà dai domiciliari e anche da tutti i processi. Il patteggiamento, infatti, è stato chiesto sia per il reato di favoreggiamento sia per le altre ipotesi accusatorie.
Capitolo Papa. Il parlamentare recluso a Poggioreale e comparso alla sbarra giovedì scorso, in occasione della prima udienza del processo rinviato all’8 novembre, potrebbe lasciare il carcere di Napoli. Per Papa non è ravvisabile “alcun concreto pericolo di inquinamento probatorio”. Lo scrivono i giudici della I sezione del tribunale di Napoli nelle motivazioni del provvedimento col quale concedono i domiciliari ad Alfonso Papa. Il rischio non c’è, fa sapere il collegio, in quanto il procedimento è ormai alla fase dibattimentale. Domiciliari in casa dei genitori. Non certo in casa della moglie, essendo quest’ultima indagata nello stesso procedimento. Per l’uscita dalle patrie galere, bisogna aspettare che si pronunci il gip del Tribunale di Roma. Papa risponde infatti anche di concussione, ipotesi di reato sul quale, per competenza territoriale, procede la Procura capitolina. Mentre si allarga il ventaglio di accuse sul parlamentare. Per i pm di Napoli Alfonso Papa, dalla sua cella a Poggioreale, avrebbe avuto contatti con l’esterno allo scopo, scrivono i magistrati, di “modificare a suo favore la portata degli elementi probatori”. Tesi non accolta dal collegio di giudici che gli ha concesso i domiciliari.
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