18/10/2011
Ha preferito non commentare per evitare di lasciarsi andare all’emotività Pina Buonocore, sorella di Teresa uccisa a Napoli nel 2009 per aver denunciato il presunto violentatore di u una delle figlie.
Ieri è arrivata come una mannaia, sulla già difficile vita dei familiari della mamma coraggio, la sentenza di primo grado pronunciata dal gup del tribunale di Napoli Lucarelli al termine del rito abbreviato.
Niente ergastolo per i presunti killer condannati a 18 e 21 anni di carcere.
Pene decisamente attenuate per Giuseppe Avolio e Alberto Amendola, riconosciuti responsabili dell’uccisione di Teresa che aveva testimoniato in aula contro l’uomo che aveva abusato di una delle figlie minorenni.
Le pene infatti non corrispondo a quanto chiesto dai pm Danilo De Simone e Graziella Arlomede che per i due, considerati gli esecutori materiali del delitto, avevano chiesto l’ergastolo.
Il giudice, per Avolio ha escluso l’aggravante dei motivi futili e abietti, mentre ha riconosciuto a entrambi le attenuanti equivalenti alla premeditazione.
I due secondo l’accusa avrebbero ricevuto da Perillo, il presunto pedofilo, dietro compensa di diecimila euro, l’ordine di uccidere la donna con una lettera inviata dal carcere.
Condannati dunque ma non all’ergastolo. Il giudice ha si accolto la ricostruzione accusatoria, ma ha voluto in un certo senso premiare l’atteggiamento collaborativo dei due killer che hanno confessato, ricostruito la vicenda e svelato il nome del mandante.
Perillo, già condannato in primo grado per gli abusi sulla ragazzina sarà processato con rito ordinario a partire dal 26 ottobre prossimo.
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