Braccio di ferro tra sindacati e de Magistris. Le sigle si fanno sentire a 24 ore dall’attacco sferrato dal sindaco napoletano ai sindacati, nel corso del convegno sul lavoro alla Stazione marittima. Una replica dura, che ricorda a de Magistris “di parlare di lavoro a Napoli prima di fare il leader politico del Sud”. E anche Stefano Caldoro ammonisce il primo cittadino, pur accettando il suo invito a suggellare le piazze. Per il governatore della Regione deve restare centrale il sistema delle relazioni con le forze sociali “che ha permesso di affrontare le grandi vertenze nazionali come quelle della Fiat, di Fincantieri e di tutte le altre situazioni di crisi aziendale”.
Il sindaco dribbla le polemiche rivendicando la propria autonomia nel dialogo con i lavoratori “perché c’è bisogno di unità”. Ma nella reazione il fronte dei sindacati di base è compatto. I segretari provinciali e regionali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, spiegano di non essere stati invitati da de Magistris all’incontro della Stazione marittima. Le sigle si dicono disposte al dialogo. Anzi annunciano di avere tre punti in agenda da affrontare con il Comune: l’agitazione dei dipendenti di Palazzo San Giacomo, la situazione delle partecipate e la questione Porto, Tirrenia, Ansaldo, Breda.
Una cosa è certa però. Le organizzazioni sindacali non accettano invasioni di territorio, e dicono a de Magistris che non può sostituirsi al sindacato né studiare da leader politico del Mezzogiorno parlando della crisi Fincantieri.
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