Mancano i gravi indizi di nell’individuazione del reato di induzione a mentire all’autorità giudiziaria.
Cosi la La Procura della Repubblica di Bari ha chiesto al gip di revocare la misura restrittiva a carico del faccendiere latitante, Valter Lavitola.
Nella richiesta del procuratore aggiunto Pasquale Drago viene sottolineato, che è necessario capire esattamente come si è svolta la vicenda relativa alla consegna del danaro che il premier, Silvio Berlusconi, a Gianpaolo Tarantini con la mediazione di Lavitola.
In realtà finora, si evince da fonti della Procura, “nessuno è riuscito a capire esattamente come si sono svolti i fatti”. Da qui la necessità di “chiarire diversi aspetti”.
Questo un primo punto, poi dovrà essere affrontata la questione della competenza ad indagare della Procura di Bari.
Intanto, continua a fare discutere la scelta del ministro della Giustizia, Nitto Palma, di inviare gli ispettori alle procure di Napoli e Bari. La scelta non scandalizza il vicepresidente del Csm,Michele Vietti: “Sono contro le teorie complottiste da qualunque parte vengano. Il potere ispettivo appartiene alle attribuzioni del ministro della giustizia e quindi non mi scandalizza che venga esercitato.
Preoccupata, invece, l’Anm per la quale le ispezioni presso le Procure di Napoli e di Bari potrebbero interferire sull’attività giudiziaria: Si tratta di un’iniziativa certamente rientrante tra i poteri del ministro, ma che per le modalità e i tempi in cui è stata avviata rischia di alterare il corretto rapporto tra le attività di indagine degli uffici di Procura e il potere ispettivo del ministro”
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