Napoli, 7/10/2011 – A rischio licenziamento per aver svelato gli stipendi d’oro dei dirigenti. Accade alla Napoli Servizi, partecipata del comune partenopeo e addetta alla cura di parchi, giardini e demanio pubblico. A rischiare il posto tre dipendenti dell’azienda. Prima di loro toccò a Vittorio Serrapica, additato da coloro che misero in difficoltà l’azienda svelando la vicenda dei corposi stipendi. Si trattava ad esempio delle remunerazioni del direttore generale Ferdinando balsamo che godeva di superminimi in grado di far schizzare il suo stipendio a 153mila euro l’anno, circa tre volte lo stipendio del sindaco. in realtà spesso anche ai semplici impiegati venivano corrisposti extra di tutto rispetto decisi a discrezione dell’impresa interamente comunale. Ufficialmente, nel caso di Serrapica, il ben servito arrivò per gravi inadempienze contrattuali. Per i tre dipendenti a rischio le accuse contenute nella lettera di contestazione sono di abbandono del posto di lavoro. L’anticamera al licenziamento è dunque giustificata anche in questo caso con altri motivi. Ma è solo una coincidenza che i tre, anzi i quattro siano gli stessi delle rivelazioni bollenti? Per adesso nulla è certo ma la vicenda è al vaglio di tre organismi: in primis gli 007 di Palazzo San Giacomo che stanno valutando anche un appalto per la guardiania esterna del valore di 3 milioni e mezzo di euro nonostante la Napoli servizi conti su 200 dipendenti. E ancora indagano la magistratura contabile e la procura che con ogni probabilità aprirà un’inchiesta. I tre sindacalisti a rischio, uno della Cisl e due della Cgil, affilano le armi e dicono non ci fermeranno. Dalla Napoli servizi si rigetta ogni accusa e si negano le circostanze sospette. Sullo sfondo della vicenda l’imminente assemblea dei soci convocata per il 13 di ottobre dal comune con l’obiettivo di azzerare il Cda della Napoli servizi e nominare un amministratore unico, in vista della futura fusione con l’Asia.
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