Napoli, 24 giugno 2011 – È guerra di miracoli. Da quello fallito di De Magistris, che in cinque giorni non ha liberato Napoli dai rifiuti, al nuovo annunciato prodigio di Berlusconi. “Come sempre dovrò intervenire io – dichiara il premier – visto che De magistris non ce l’ha fatta”. Intanto la situazione è al collasso. E la guerra si sposta sul piano istituzionale. Per il Tar della Campania, Caivano deve ricevere i rifiuti di Napoli. Il Tribunale Amministrativo ha infatti accolto il ricorso, avanzato dal presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, contro l’ordinanza del sindaco di Caivano, Antonio Falco, che aveva bloccato l’utilizzo di una struttura dell’azienda Igica come sito di trasferenza per 4mila tonnellate di rifiuti del Napoletano. Secca la replica di Falco: “Il Comune di Caivano ha avanzato il proprio ricorso al Tar del Lazio, che è quello competente in materia. Caivano non è una Napoli due”. Altro comune, stessa scena. Ad Acerra, dove erano state individuate due possibili aree di trasferenza, il sindaco, Tommaso Esposito, ha emesso un’ordinanza che non solo vieta lo scarico di rifiuti nella piazzola del Pantano ma intima anche la rimozione delle ecoballe presenti nel sito. I rifiuti dunque, per ora, restano per le strade del capoluogo. E a smaltirli, ci pensano i cittadini incenerendoli. Trenta roghi solo nella scorsa notte. O coprendo i cumuli di pattume con calce pur di non sentire l’odore nauseabondo che emanano. Nei Quartieri Spagnoli, i residenti hanno preso i quintali di immondizia che affollavano i vicoli per cospargerli lungo via Toledo. Immondizia che intralcia la circolazione anche in Piazza Santa Caterina da Siena, via Giordano Bruno e Piazza Sannazzaro. A sei giorni dall’annuncio del sindaco, Luigi De Magistris, che Napoli sarebbe stata liberata dalla spazzatura in cinque giorni, le tonnellate che ancora soffocano la città sono 2.400.
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