Venezia, 13 giugno 2011 – In 56 anni non era mai accaduto. Eppure, nel 2011, il Palio delle Repubbliche Marinare non ha un vincitore. Un episodio curioso, con strascichi di polemiche e malumori dei partecipanti, che dopo tanti anni di storia scalfisce una delle manifestazioni para-agonistiche più caratteristiche d’Italia. 4 imbarcazioni colorate a rappresentare le vecchie repubbliche di Amalfi, Genova, Pisa e Venezia. Equipaggio da otto con, parafrasando termini da canottaggio. Uno spettacolo di sport contornato da sfilate e tanta allegria. Ma alla fine la competizione è altissima. Dopo tanti anni di bocconi amari, infatti, finalmente l’equipaggio di Amalfi era riuscito a tornare sul gradino più alto del podio. Solo per qualche ora, però. Perché dopo la visione del fotofinish, anche qui con la conferma della vittoria, alla fine è arrivato anche il lungo conciliabolo dei giudici di gara con la squalifica dei primi tre equipaggi. Out Amalfi, Pisa e Genova, e vittoria a tavolino per l’ultima: Venezia. Il presidente di giuria convoca così dal palco il Consiglio di regata, alcuni membri degli equipaggi vengono brevemente alle mani, per poi abbracciarsi con le rispettive bandiere sulle spalle. Poi il giudizio, la vittoria alla Serenissima e l’ultimo colpo di scena firmato dal sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni «non si può vincere in questo modo». Risultato: vittoria non assegnata. Sfumata così la vittoria ottenuta in acqua da Amalfi, che ospiterà la prossima edizione e che non si aggiudicava il palio dal 2003, proprio nelle acque veneziane: sarebbe stato il decimo successo, a consolidare la seconda posizione nel palmares alle spalle di Venezia, sempre prima a quota 30, con Pisa (vincitrice delle due ultime precedenti edizioni) e Genova ferme a quota otto.
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