Napoli, 14 giugno 2011 – Aria irrespirabile, strade sommerse dai sacchetti e topi che di notte fanno banchetti di lusso. Napoli resta chiusa dentro il circolo vizioso di un’emergenza rifiuti mai sopita, e che con l’arrivo dell’estate e delle alte temperature, mette ancora di più a rischio la salute dei cittadini. Sono ancora centinaia le tonnellate di spazzatura che stazionano ai bordi delle strade, nei vicoli più nascosti, nelle strade meno trafficate. Pianura come Quarto, Pozzuoli come il centro storico. Tutta Napoli, e provincia, è paese. E non aiuta di certo lo stop del Tar al trasporto dei flussi di rifiuti fuori regione. Dopo l’allarme lanciato sabato scorso, il governatore campano Stefano Caldoro attende l’intervento del governo per un’interpretazione corretta sulle sentenze contrastanti che rischiano di far sprofondare la Campania in una nuova crisi rifiuti. E l’emergenza alle porte rilancia il tema del termovalorizzatore da fare in città sul quale si è detto contrario il neo sindaco del capoluogo partenopeo, Luigi De Magistris, e su cui si registra la posizione degli industriali napoletani che ieri, con il presidente Paolo Graziano, si sono mostrati piuttosto tiepidi rispetto all’ipotesi di un termovalorizzatore a Napoli. Ma Caldoro non recede dalla sua linea e rilancia: «Il punto è che non ci sono soluzioni alternative all’impiantistica – ha detto il Governatore – : il nostro modello di riferimento deve essere Barcellona dove, in un territorio simile a quello di Napoli, fanno discariche, compostaggio e impianto in città». Pronta la replica del sindaco Luigi De Magistris: «Dimostreremo che anche in condizioni di difficoltà – ha sottolineato – faremo la nostra parte, con la raccolta differenziata porta a porta». Ma, almeno per ora, i rifiuti restano in strada.
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