Napoli, 28 giugno 2011 – Pompei aspetta Parigi. Mentre l’Italia sta a guardare, è la Francia, infatti, che in questa settimana dovrebbe sciogliere la riserva sul rilancio degli scavi dell’antica città. Una collaborazione tra imprenditori d’Oltralpe e mecenati italiani che hanno a cuore, non solo Pompei, ma anche il riassetto urbanistico intorno agli scavi. Le chiavi della città, che sopravvisse all’eruzione del Vesuvio, ce le ha l’Epad. L’istituto pubblico parigino ha infatti pronto un piano di trasformazione per gli investimenti privati degli industriali sovvenzionatori. Soldi pronti a materializzarsi in arte e cultura ma anche consigli su come mantenere una città che si estende su 66 ettari, antica di duemila anni e riportata alla luce da un quarto di secolo. Soprattutto su come difenderla da pioggia, caldo, freddo, vento ed incuria. Per il destino degli scavi di Pompei, dunque, la Francia ha un ruolo determinante. Ed è a Parigi che l’Unesco ha deciso di rinviare di due anni l’eventuale iscrizione nel libro nero di Pompei dei siti in pericolo. Il comitato del Patrimonio Mondiale dell’Umanità ha, infatti, deciso in extremis di rinviare al 2013 l’iscrizione di Pompei nel registro dei siti a rischio crolli. Un segnale di accelerazione alla luce dei progetti pronti ad essere messi in campo.
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