Castellammare di Stabia, 6 giugno 2011 – I lavoratori della Fincantieri di Castellammare di Stabia sono partiti questa mattina con un treno speciale diretto a Roma, per far sentire con forza la propria presenza in occasione del primo confronto tra il Governo e i sindacati. Intendono ribadire il netto rifiuto al piano industriale che l’azienda di Trieste ha presentato in Confindustria e che prevede 2.551 esuberi e alla chiusura degli stabilimenti Fincantieri di Castellammare di Stabia e di Sestri Ponente. Circa 500 le tute blu mobilitate e, con loro, ci sono anche gli operai delle imprese dell’indotto. Una parte dei lavoratori, però, è rimasta in città per un’altra manifestazione con corteo cittadino. Intanto, sempre questa mattina, tutti i negozi sono rimasti chiusi in segno di solidarietà. Dalle ore 9 alle 14 serrande abbassate, per rimarcare che la chiusura del cantiere navale viene vissuto come un lutto cittadino. Lunedì sera anche il vescovo, monsignor Felice Cece, ha riunito la cittadinanza pregando per il futuro del cantiere navale, chiedendo che “gli amministratori pubblici agiscano in favore e non contro i lavoratori” e ricordando che per il cantiere navale di Castellammare di Stabia pregò anche il beato Giovanni Paolo II, in visita alla Fincantieri stabiese dove si intrattenne con gli operai.
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