Napoli, 13 giugno 2011 – Tra fascino e polemiche la portaerei George H.W. Bush è attraccata da tre giorni a largo delle coste di Napoli. La più moderna e sofisticata imbarcazione della flotta statunitense, ha fatto scalo nel golfo prima di riprendere la sua prima missione nelle acque del Mediterraneo nel nome del 41° presidente degli Stati Uniti d’America, ovvero Barak Obama. Lunga 330 metri e larga 40, per 97mila tonnellate, conta un equipaggio di oltre 5500 unità. Ma una delle sue principali caratteristiche restano i due reattori nucleari che la spingono senza bisogno di rifornimenti di carburante per un tempo lunghissimo di anni. E l’aspetto bellico e nucleare della portaerei, ha spinto alcuni attivisti ad inscenare sabato una protesta pacifica ma assai eloquente. Uno striscione con la scritta “Fuori la guerra e la porterei nucleare dal porto di Napoli, giù le mani dalla Libia” è stato esposto dal movimento Stop the War sulle mura del Castel dell’Ovo , a Napoli, a ridosso del lungomare cittadino. «Un vero e proprio arsenale – denunciano gli attivisti di Stop the war – che prefigura l’azione di terra in suolo libico. Ma anche una centrale nucleare che, proprio nel giorno del referendum contro il nucleare, resterà nella baia di Napoli pur avendo a bordo reattori più pericolosi di quelli di Fukushima». Tuttavia, dai vertici della marina americana è arrivata una risposta ben diversa, visto che la mastodontica nave è attualmente, dicono, “impegnata in una missione ordinaria che prevede attività di controllo e pattugliamento contro la pirateria”.
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