Calcioscommesse, indaga la Dda di Napoli

Napoli, 10 giugno 2011 – Da Cremona a Napoli, l’asse giudiziario che osserva da vicino il calcio scommesse si sposta da procura a procura. Anche quella partenopea, infatti, da oltre un anno indaga sui flussi delle giocate inerenti al mondo del pallone, e da qualche settimana lo fa a stretto contatto con i colleghi cremonesi. La Dda di Napoli ha circoscritto l’attenzione sui flussi di scommesse anomale su trenta partite, trenta incontri disputati nel corso dei campionati italiani (dalla lega pro alla serie A), ma anche in altri contesti sportivi. L’inchiesta è quella sul clan D’Alessandro, sulla progressiva globalizzazione del fenomeno criminale applicato alle puntate e alle ipotesi di combine. Si parte dal riciclaggio dei proventi di attività illecite, e si approda alla grande messinscena del calcio taroccato. Ipotesi, per il momento, che spingono gli inquirenti a convocare testimoni, a rileggere intercettazioni, a confrontare dati e statistiche. Flussi di puntate sospette, che non corrispondono in automatico a partite truccate, ma che rappresentano una bussola nelle mani degli investigatori. Qui, in questa storia di migliaia di euro che si spostano con un colpo di mouse, che cambiano continente grazie a una giocata on line, ci sono alcune cose strane: le tante vittorie in zona cesarini dopo clamorosi ribaltamenti di fronte. E tra queste gare, tre vedevano in campo il Napoli, anche se il procuratore Giovandomenico Lepore, ha escluso un coinvolgimento della società di De Laurentiis.