Napoli, 27 maggio 2011 – Non ce l’ha fatta il turista americano che il 18 maggio scorso, appena sceso dalla nave da crociera Celebrity attraccata nel porto di Napoli, aveva tentato di resistere allo scippo del suo Rolex. Il suo cuore ha cessato di battere nove giorni dopo la tentata rapina dell’orologio nell’ospedale dove era stato subito portato dopo l’aggressione, il Loreto Mare. Non ha vinto i postumi della terribile emorragia celebrale, che lo ha devastato dopo essere stato trascinato a terra e picchiato selvaggiamente da due scippatori in motorino. Ha tentato di resistere, ha combattuto. Ma i due lo hanno trascinato per terra, lui ha battuto la testa e, come se non bastasse, lo hanno pestato per la sua resistenza. Le condizioni di Mendoza, ricoverato al Loreto Mare, erano subito apparse drammatiche: coma profondo. Inutili i tentativi di rianimarlo, di strapparlo alla morte, anche se l’intervento di rimozione dell’ematoma dalla calotta cranica era tecnicamente riuscito. La tragedia ha riaperto il dibattito e la questione della sicurezza dell’area portuale con una polemica provocazione del presidente della società Terminal Napoli spa, Nicola Coccia: “metteremo dei cartelli nel porto per avvisare i turisti – ha detto – fuori di qui rischiate la vita”. Messaggi di cordoglio stanno arrivando in queste ore alla vedova del turista americano da parte di Confesercenti e Confcommercio Napoli.
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