Napoli, 8 aprile 2011 – Poche donne in giunta. E il Tar bacchetta la Regione Campania. Secondo il tribunale amministrativo regionale, nella scelta degli assessori, il presidente Stefano Caldoro non avrebbe rispettato l’art. 46 dello statuto regionale, che al terzo comma, sancisce il principio di un’equilibrata presenza di uomini e donne in giunta. Su un totale di dodici assessori, infatti, c’è un’unica donna, Caterina Miraglia. A presentare il ricorso al Tar, l’avvocato Annarita Petrone, a seguito dell’ultima nomina di rimpasto in giunta, in cui Caldoro sostituì al dimissionario Ernesto De Sica, l’attuale Vito Amendolara. Secondo la sentenza, la nomina di Amendolara sarebbe un gesto che reitera la violazione dell’art. 46. Dunque non può essere accettato e il presidente deve ora scegliere una donna al posto di Amendolara. Il principio delle quote rosa in giunta, chiarisce il Tar, non è una mera norma programmatica bensì un principio diretto e immediato sulla composizione della giunta regionale. Da palazzo Santa Lucia, i legali della regione parlano di una sentenza contraddittoria che desta perplessità e annunciano ricorso al Consiglio di Stato. Dal Tar, comunque, arriva il chiarimento delle motivazioni, che si riferiscono solo all’ultimo provvedimento eseguito da Caldoro senza aver nulla contro Amendolara e ancora, non è auspicabile un totale rimpasto ma solo la sostituzione di quest’ultimo. La mancanza di quote rosa inoltre, si ritrova anche nel consiglio regionale, dove delle 60 poltrone consiliari, solo quattordici sono occupate da donne. Per ora comunque la questione resta aperta e non saranno fatti rimpasti prima della sentenza di pronuncia dei giudici romani di Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato.
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