Napoli, 22 aprile 2011 – “Nel 2011 le importazione di prodotti alimentari dal Giappone sono state pari allo zero per cento”. Alessandro Raffaele Direttore dell’ufficio veterinario adempimenti comunitari e posto d’ispezione frontiera, rassicura dettaglianti e soprattutto consumatori sui rischi del pesce radioattivo proveniente dall’Oriente, dopo il disastro della centrale nucleare di Fukushima. Durante un vertice al Porto di Napoli, dove sono intervenuti tra gli altri, i responsabili dell’autorità portuale ed gli enti di ricerca e controllo, si è discusso proprio dei rischi eventuali connessi alle importazione. “A Napoli, sottolinea Raffaele, arrivano circa 2000 partite di prodotti dai paesi extra europei: sul 100% di essi sono effettuati controlli documentali e sul 50 controlli fisici. Il tutto per garantire la massima sicurezza. E se negli anno precedenti le importazione dal Giappone erano pari allo 0,2 %, oggi la percentuale si è annullata”. Dunque, nessun allarmismo, anche perché l’intensificazione dei controlli si è allargata anche ai prodotti, in particolare ittici, provenienti dagli altri paesi del bacino: e cioè Vietnam, Cina e Malesia. In caso di sospetti, chiosano le autorità, le importazioni sono immediatamente sottoposte a rigorosi controlli di laboratorio in strutture a Napoli prima e in Puglia poi, specializzate queste ultime, in analisi sulla presenza radioattiva. Nonostante il bassissimo, quasi nullo rischio radioattivo, i consumatori napoletani preferiscono comunque il pesce nostrano ed anche per questo venerdì santo viene prediletto quasi esclusivamente il pesce azzurro.
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