Napoli, 6 aprile 2011 – È guerra di cifre, tra Comune e Regione, sui rifiuti attualmente in strada. Il primo dichiara almeno 1900 tonnellate mentre la seconda solo, sì fa per dire, mille. Ancora più pessimistiche le valutazioni di Asìa. Per l’azienda, infatti, è già stata superata quota duemila. Si è chiusa così l’ennesima giornata di tensione tra Palazzo Santa Lucia e Palazzo San Giacomo. In mattinata il sindaco Iervolino aveva parlato di situazione drammatica, invitando il governatore Caldoro a far tacere l’assessore all’Ambiente Giovanni Romano. Il primo
cittadino ha concluso poi convocando Caldoro ed il presidente della Provincia ad un tavolo di concertazione con lei per lavorare insieme. In serata la replica del presidente della Regione che ha ribadito quanto l’assessore Romano sia riconosciuto in Italia tra quelli di maggiore competenza nel ciclo dei rifiuti ed ha poi sottolineato che la Regione sta facendo fino in fondo la sua parte. Palazzo Santa Lucia ha dato sulla carta a Napoli la possibilità di sversare 1420 tonnellate di rifiuti, di cui 1270 agli stir della Regione. Ad Avellino, Benevento, Salerno e Caserta non ci sono problemi. Sono, invece, gli impianti napoletani a funzionare lentamente perché ingombri di frazione umida, nonostante la riapertura dello stir di Caivano. Dovrebbe ora essere la Sapna, la società che gestisce il cilclo integrato dei rifiuti per conto della Provincia, a provvedere al trasferimento in altre regioni della frazione umida presente nell’impianto. Le mete prescelte dovrebbero essere le discariche siciliane. Ma nonostante la a2a, azienda leader nel settore ambientale, abbia già inviato i risultati delle analisi effettuate sui rifiuti di Napoli nell’isola sicula, quest’ultima ne ha richieste delle altre per misurare l’eventuale presenza di diossina. L’impianto, dunque, resta pieno e rischia un nuovo stop nelle prossime settimane, proprio a ridosso di Pasqua.
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