Napoli, 23 aprile 2011 – Una via Crucis di grande sofferenza, nel ricordo di Cristo e nelle difficoltà dei giorni nostri. Per il Cardinale di Napoli Crescenzio Sepe i napoletani sono paragonabili a quel Gesù, martoriato e poi messo su quella croce che ieri sera ha sfilato per il quartiere del Vomero. Nella sofferenza della città, identificata dalla crisi rifiuti, dalla criminalità e dalla precaria economia, Sepe ha così ricordato le umiliazioni del Cristo che non perse però mai la dignità. Quell’Ecce homo, ecco l’uomo, come disse Pilato alla folla giudea, riuscì anche nella sofferenza a non lasciare mai la verità del suo essere anche uomo. Così anche Napoli che, però, come il figlio di Dio è ormai spogliata di tutto, derubata delle sue bellezze e della sua vita, con il Presule che ha puntato il dito contro quei pochi che hanno le mani sulla città riducendola ad una pattumiera, ma salvando quei tanti onesti che tutt’ora rinunciano alla logica della violenza e del potere che schiaccia l’uomo povero. Ma nell’anno del Giubileo per Napoli Sepe lancia anche un messaggio concreto alla folla, con la Chiesa impegnata sul campo per ridare forza e fiducia ai napoletani, purché nessuno si “lavi le mani” come Ponzio Pilato dinanzi alla criminalità ed ai loschi affari che martorizzano la città.
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