Napoli, 7 aprile 2011 – Vincono i furbi, ma soprattutto a perdere è il Comune di Napoli. La partita si gioca sul tema riscossione delle tasse e delle multe e, secondo i dati forniti da Palazzo San Giacomo, saranno 128 i milioni di euro che l’assise di Piazza Municipio non riscuoterà. I tecnici di bilancio li chiamano residui attivi, ma in realtà per la Giunta Iervolino resteranno soltanto crediti inesigibili e quindi verranno cancellati dal resoconto finanziario del Comune. La composizione di questo malloppo è relativa alla tassa sull’ici, sui fitti e le multe non riscosse, altre gabelle ed in particolare la Tarsu, la tanto contestata tassa sui rifiuti. Secondo i dati dell’assessore al bilancio Michele Saggese, un napoletano su due non pagherebbe la tassa sui rifiuti. In particolare, un buon 15% di questa statistica, non può far fronte a questo tipo di onere vista la posizione di nullatenenza. E proprio per questo, il Comune di Napoli, ha deciso di non trascinarsi nell’ultimo bilancio questi residui improbabili da riscuotere. Fatto sta, che dal rendiconto di bilancio, qualche nota positiva Saggese l’ha potuta comunque enunciare, visto che il Comune è riuscito a diminuire i debiti fuori bilancio di almeno 30 milioni di euro, mentre 20 sono arrivati negli ultimi due anni dalla riscossione di alcune gabelle. Il tarlo, però, restano le partecipate, visto che la nuova amministrazione, che si insedierà tra un mese e mezzo, dovrà scegliere tra le 26 società del Comune quali possano servire in modo strategico e quali dismettere, dato che in sei hanno chiuso i propri bilanci 2010 con un importante passivo.
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