Napoli, 21 aprile 2011 – Nonostante sia inquisita e quindi al centro di un’indagine dai numerosi punti oscuri, Enerambiente, società partecipata che si occupa dello spazzamento dei rifiuti, chiede il congelamento dei fondi Asìa e dei suoi creditori. Un provvedimento già chiesto al tribunale una volta, ma che adesso è stato accolto causando il blocco dei liquidi della società che cura la raccolta dei rifiuti in città. Il motivo riguarda i canoni mai pagati dall’azienda dell’amministratore delegato Fortini, proprio al gruppo di Gavioli, nei mesi scorsi colpito da un’informativa antimafia dopo il blitz vandalico nel deposito dell’azienda. In questo caso furono distrutti numerosi mezzi di raccolta, presi a sprangate, e dall’inchiesta scaturì un quadro di tangenti per ottenere posti di lavoro, appalti truccati e ritorsioni come quelle del deposito. Ora Enerambiente torna sulla scena partenopea per questa richiesta, subito attuata dal Tribunale che ha inviato gli ufficiali giudiziari per il congelamento preventivo dei beni, in particolare alla stessa Asìa ed anche alla Sapna, società che gestisce il ciclo integrato dei rifiuti e che vanta debiti nei confronti della prima. Il risultato, però, potrebbe essere una nuova emergenza nella raccolta. Mancando i fondi, infatti, Asìa potrebbe a questo punto bloccare i propri mezzi per mancanza di disponibilità economica, paventando così una nuova crisi finora, peraltro, ancora irrisolta.
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