Napoli, 15 aprile 2011 – Sul caso Napoli è sempre più rottura tra il Pdl e Futuro e Libertà. Era già annunciata, dopo la decisione di scendere in campo con due candidati diversi, ma era tornata alla ribalta quando uno dei promotori campani del partito di Fini, Enzo Rivellini, aveva scelto di schierarsi con Lettieri, uscendo dal Terzo Polo e quindi da Fli. E poi lo scontro con Bocchino che ieri ha ribadito che Futuro e Libertà non appoggerà Lettieri nemmeno ad un’eventuale ballottaggio: «Questa decisione, in ogni caso, sarà presa prima: le scelte prevedono delle ragioni politiche». A fondamento delle proprie argomentazioni Bocchino individua due elementi che contrasterebbero con la scelta di convergere sui candidati Pdl. Il primo: «La personalizzazione della campagna politica di Berlusconi a Milano, dove sarà capolista». Il secondo: «A Napoli il candidato del Pdl è il candidato di Cosentino». Secca è arrivata la risposta di Rivellini, aspramente criticato dal numero due nazionale di Futuro e libertà. «Dobbiamo auto-denunciarci – dice Rivellini -, perché siamo stati vittime di un’illusione collettiva o di un gioco di prestigio. Tutti eravamo convinti di aver eletto Gianfranco Fini al congresso di Milano, e invece abbiamo scoperto che il nostro presidente è Bocchino». L’europarlamentare imputa ai vertici del suo ex partito amicizie nel centrosinistra, confermato dal corteo di Montecitorio contro il premier, mentre era in corso la votazione alla Camera sul “processo breve”, al quale hanno preso parte Sinistra, Popolo Viola e proprio Futuro e libertà.
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