Giugliano, 23 marzo 2011 – Un’odissea tra tre ospedali. Fino alla morte. E’ la drammatica storia di un bimbo rom, 13 mesi appena, deceduto ieri in ospedale a Giugliano, l’ultimo presidio di un viaggio che pareva
interminabile. Nel mirino le presunte responsabilità dei sanitari che lo
avevano visitato e dimesso dai due precedenti presidi ospedalieri o per
altre cause. La Procura ha disposto il sequestro della salma, ma al momento non ci sono indagati né prognosi certe sullo stato di salute del piccolo. Tutto è cominciato lunedì sera. Il bambino che viveva in una baraccopoli a ridosso della zona industriale a Giugliano, piangeva ininterrottamente, a seguito di nausea, vomito e dolori addominali. I due genitori decidono di portarlo in ospedale. La corsa è al Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, dove i medici visitano il bambino e lo dimettono prescrivendogli una terapia. Passa qualche ora, i genitori somministrano i farmaci al piccolo che però continua a star male. Lunedì il bambino viene accompagnato all’ospedale Moscati di Aversa. Anche in questo caso, dopo aver visitato il minore, i medici lo dimettono con una prognosi e una terapia. Senza risultati. Martedì mattina le condizioni del bimbo peggiorano. Stavolta la corsa è verso l’ospedale San Giuliano di Giugliano. Durante il tragitto però, le condizioni del bambino si aggravano visibilmente. Al pronto soccorso è in condizioni disperate. I medici non possono nulla per salvargli la vita.
Mamma e papà hanno sporto denuncia contro i tre nosocomi, accusando i medici di negligenza. Respingono le accuse i sanitari coinvolti nella vicenda. Almeno sei i medici che hanno visitato il bambino. Sarà l’autopsia a chiarire i motivi del decesso.
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