Napoli, 16 marzo 2011 – La Campania, a dispetto di numerose altre regioni d’Italia, dice si al nucleare. Una risorsa energetica importante ma dalle tante incognite. Il Giappone ne è l’esempio, dopo il terremoto e lo tzunami che hanno danneggiato la centrale di Fukushima, lanciando l’allarme sulle possibili contaminazioni radioattive. E poi l’esempio tedesco, con la cancelliera Merkel che ha deciso di sospendere le attività delle proprie centrali per alcune verifiche. In Campania, in particolare nel Garigliano, una centrale già c’era, poi però chiusa, anche se la possibilità di una sua possibile riapertura avevano scatenato le proteste degli ambientalisti già un anno fa, che oggi più che mai ribadiscono il proprio no alle centrali nucleare. Uranio si, uranio no. Questo l’interrogativo. I rischi delle radiazioni restano alti, anche se gli esperti rassicurano comunque sui controlli e sulla sicurezza di questa energia. Ma chi ha tragicamente incontrato gli effetti di quella devastante potenza, utilizzata però a fini bellici, difficilmente la dimenticherà, come due sopravvissuti alle bombe di Hiroshima e Nagasaky, che hanno tenuto a Napoli una lezione proprio sui disastri creati dal nucleare.
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