Napoli, 30 marzo 2011 – Centomila richieste di condono edilizio. Sono le
pratiche che si sono accumulate negli uffici della Procura generale e della Procura di Napoli dal 1985, anno della prima legge per combattere gli abusi edilizi, fino ad oggi. Il dato, acquisito di recente, rispecchia cosa è avvenuto nel Napoletano negli ultimi trent’anni registrando il record nazionale. C’è un po’ di tutto nelle pratiche depositate in questi anni: dalla veranda o finestra abuiva, al palazzo di tre piani costruito in pochi giorni. Le zone rosse della mappa del mattone selvaggio sono la periferia Occidentale, quella dei comuni flegrei, ed il versante opposto della città, da San Giovanni a Teduccio a Secondigliano. Anche qui c’è un po’ di tutto. Come il caso di palazzi costruiti e abbattuti, poi ricostruiti di nuovo. A Caserta, e su tutto il versante domitio, la situazione si fa ancor più critica. Dal 2008, un’altalena di provvedimenti legislativi ha rappresentato interessi ed esigenze contrapposti. Movimenti pro e contro le ruspe. Che chiedono di non demolire le case di prima necessità. Oggi stesso a Roma arriva dalla provincia di Napoli una delegazione di sindaci ed amminisratori per protestare davanti alla sede di Montecitorio contro la prospettiva che le ruspe tornino in azione nei comuni da loro amministrati.
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